Esperimento interessante di una blogger americana: http://borschtwithanna.blogspot.com/2017/03/task-makeover.html
E’ relativo all’efficacia dell’approccio nella presentazione del problema agli studenti: c’è la versione formale e quella che fa leva su una storia.
C’è poi una bella discussione sul blog di Dan Meyer circa l’opportunità di impegnarsi a ingaggiare i ragazzi. Vale la pena di leggerla.
Forse si potrebbero proporre entrambe le strade prima la seconda e poi l’originale per acchiappare tutti gli studenti senza perdere di vista l’idea che l’obiettivo è la matematica e non la passione per la matematica. Però non è facile stabilire cosa sia giusto. Ci vorrebbe un feedback puntuale sull’esito universitario e nella vita dei nostri studenti. Quello che tutti sappiamo è che per uno studente è tanto facile arrendersi in matematica.
A me pare che ci sia speranza di tenere accesa la fiammella solo fintanto che ci si prova con passione. Così dico a me stessa (per consolarmi?) che se riuscirò a lavorare con passione, cercando di parlare davvero ai miei ragazzi, allora loro se ne accorgeranno e vedranno che ci si può divertire a fare matematica. Così magari non scarteranno la possibilità di riuscirci anche loro, anche a dispetto delle mie goffaggini didattiche.